Nel primo interrogatorio in collegamento video Cappelletti non risponde alle domande del giudice Secondo gli inquirenti trasportava la cocaina in tutta Italia per conto di un’organizzazione criminale
AVEZZANO. Ha scelto la via del silenzio Carmine Amedeo Cappelletti, il 69enne di Avezzano rimasto coinvolto nell’inchiesta della Dda di Napoli che ha portato all’arresto di 28 persone (tra cui il pescarese Massimo Ballone, 61 anni, ex capo della banda Battestini), e a sgominare una complessa e articolata organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti internazionale.
L’INTERROGATORIO
Su consiglio del suo legale, Franco Colucci del Foro di Avezzano, collegato in videoconferenza dal carcere di Pescara, dove si trova rinchiuso da tre giorni, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti gip di Napoli, Linda D’Ancona, che ha firmato l’ordinanza di arresto. Colucci non ha ancora potuto leggere la voluminosa ordinanza di custodia cautelare, 846 pagine che lo accusano in diversi passaggi di aver eseguito, per conto dell’organizzazione, trasporti di stupefacenti e di denaro affinché venisse consegnato ai boss.
LE ACCUSE
Cappelletti deve rispondere del reato di concorso in associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante dell’ingente quantità di cocaina. «Si dichiara estraneo ai fatti contestati», ha sottolineato il suo legale, «perché non ha mai eseguito i trasporti di cui viene accusato, soprattutto perché non conosce le persone chiamate in causa nella vicenda. Stiamo studiando la voluminosa ordinanza e, nel frattempo, faremo ricorso al tribunale del riesame. Appena sarà presa una decisione in merito, decideremo come muoverci». Cappelletti è molto conosciuto ad Avezzano, dove in passato ha gestito un negozio di scarpe ed è stato un dirigente accompagnatore della squadra di calcio a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.
L’INCHIESTA
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’operazione avrebbe consentito di smantellare un traffico internazionale di droga gestito da Raffaele Imperiale, il broker napoletano a capo di un’organizzazione tra le più potenti al mondo, accreditata anche di rapporti con i clan calabresi. Secondo gli inquirenti, al centro del traffico internazionale c’erano soprattutto ingenti quantità di cocaina che arrivavano dal Sudamerica nascoste all’interno di container. Giunto in Europa, lo stupefacente veniva distribuito da autotrasportatori compiacenti e nascosto all’interno di depositi, covi e nascondigli in Campania, Calabria, Emilia Romagna e Lazio. Nell’arco di un anno, tra marzo 2020 e marzo 2021, secondo le accuse contenute nell’ordinanza, sarebbero state movimentate oltre sette tonnellate di cocaina, di cui 1,3 sottoposte a sequestro in Italia e all’estero.
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