VASTO. A processo con l’accusa di “morte come conseguenza di altro delitto”. L’udienza per A.G., 52 anni, molisano ma di origine palermitana, comincerà il prossimo 20 febbraio. A deciderlo è stato ieri mattina il gup del tribunale di Larino davanti al quale è comparso l’imputato. A.G. è accusato di avere provocato l’infarto letale di Patrizia Di Stefano, 43 anni, di origini vastesi, morta il 28 agosto 2020 per insufficienza cardiocircolatoria. Stando all’accusa, A.G. fece assumere alla donna del metadone. I familiari della 43enne si sono costituiti parte civile rappresentati dagli avvocati Raffaele Giacomucci ed Isabella Mugoni. L’imputato, che ieri non era in aula, è stato rappresentato dall’avvocato Nicola Bonaduce del foro di Larino. Fondamentale nella vicenda si è rivelata la perizia medico legale fatta dal professore Luigi Cipolloni sul corpo della vittima.
Il perito ha stabilito che la morte di Patrizia Di Stefano fu provocata da insufficienza cardiocircolatoria acuta dovuta agli effetti sinergici di metadone in quantità elevata e altre sostanze. Una boccetta di metadone, era stata data ad A.G. per uso personale. Lui non avrebbe potuto cederla ad altri. L’ accusa da cui dovrà difendersi l’imputato è prevista dall’articolo 586 del codice penale e presenta notevoli affinità con l’omicidio preterintenzionale che prevede una pena che va da 10 a 18 anni.
Patrizia Di Stefano fu trovata morta il 28 agosto 2020 nella casa di Petacciato in cui si era trasferita da poco. A trovarla furono i familiari che, preoccupati per il silenzio della donna, chiesero l’intervento delle forze dell’ordine. La donna era a letto. Sul suo corpo non c’erano segni di violenza. I familiari esclusero subito la morte volontaria. Improbabili le cause naturali. La Procura di Larino decise di aprire l’inchiesta e ordinò l’autopsia. L’esame rivelò che la vittima era morta da almeno cinque giorni. Gli investigatori nel ricostruire le ultime ore di vita di Patrizia scoprirono che A.G. è stata una delle persone viste con la donna nei giorni immediatamente precedenti la morte. Altri particolari hanno convinto i magistrati di Larino che fu proprio lui a dare alla 43enne il metadone e per questo è stato deciso il rinvio a giudizio. Il giallo si Petacciato sarà rivissuto in aula il 20 febbraio 2023. (p.c.)
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