Si allarga lo scontro politico sulle indennità percepite dai tre assessori della Lega sospesi. Dopo il botta e risposta, sul Centro di ieri, tra il consigliere Idv Lelio De Santis e il sindaco Pierluigi Biondi (rintuzzato da un’ulteriore controreplica del primo), a dire la sua è il presidente del Pd aquilano, ed ex presidente del consiglio comunale, Carlo Benedetti, che invoca anche l’intervento della Corte dei Conti.
PROBLEMA NON SOLO POLITICO. «La risposta del sindaco all’opportuna e garbata iniziativa del consigliere De Santis desta un certo stupore», afferma Benedetti. «Tra un’offesa e l’altra – ma è la sua indole e lo perdoniamo – Biondi ritiene pienamente legittima la corresponsione dell’indennità ad assessori che non svolgono da mesi alcuna funzione e, pertanto, alcun lavoro in favore del Comune dell’Aquila. A prescindere dal fatto che nessuna fonte primaria né regolamentare contempla la figura della sospensione, però, emergono due tipi di problematiche, una politica e una di carattere amministrativo. Quella di tipo politico palesa solo l’incapacità del sindaco di assumere determinazioni vere e definitive riguardo alle posizioni di critica assunte dalla Lega. La cosa è perciò un grossolano escamotage politico per non rompere veramente con il Carroccio. Quella di tipo amministrativo, invece, consiste in una lettura errata della normativa di cui all’ordinamento giuridico comunale, che non vieterebbe la figura dell’assessore senza deleghe». «In altre parole, secondo il sindaco dell’Aquila sarebbe possibile pagare con i soldi della collettività gli assessori per andare a spasso. Ciò», aggiunge Benedetti, «solo in ragione del mantenimento di formali equilibri politici».
IL PAGAMENTO. «La corresponsione dell’indennità», osserva Benedetti, «è funzionalmente collegata alla partecipazione agli atti deliberativi della giunta municipale e, ai sensi dell’articolo 48 del Tuel (Testo unico enti locali), all’attività di collaborazione con il sindaco per l’attuazione degli indirizzi generali del consiglio e per la realizzazione del programma di mandato. Non sembra che gli assessori in questione abbiano partecipato alle sedute di giunta, che abbiano votato i provvedimenti posti all’ordine del giorno, né partecipato ai lavori del consiglio in maniera da tradurre gli atti di indirizzo in politiche gestionali».
LA CORTE DEI CONTI. La conclusione di Benedetti è abbastanza dura: «Della questione, che costituisce evidentemente un danno erariale, è bene che si interessi la Procura regionale della Corte dei Conti».
DE SANTIS. «Mi dispiace constatare, purtroppo, che il sindaco non ammette critiche o rilievi di natura politica e amministrativa all’operato della sua giunta», dichiara Lelio De Santis in risposta alla replica del primo cittadino. «Non essendo capace di ascolto né di umiltà, il sindaco non ha trovato di meglio da fare che accusare la mia storia politica, integerrima e coerente, invece di guardare alla sua fortunata vicenda politica partita da Casapound».
«BIONDI AZZERI LA GIUNTA». Ma anche all’interno della stessa maggioranza di centrodestra che governa la città c’è chi pensa che la vicenda degli assessori sospesi dalle cariche, ma non dalle indennità, non sia un esempio di amministrazione virtuosa. «Questo stallo non può andare avanti, sta producendo solo danni», afferma Luciano Bontempo dell’Udc. «Il sindaco deve ricomporre la giunta, se necessario anche azzerandola. Ma temo che non lo farà prima delle elezioni amministrative. Gli equilibri cambieranno sulla scia di quello che succederà a Chieti e Avezzano».