I contagi tornano a superare quota 600. Sono 623, infatti, i nuovi casi accertati in Abruzzo. Nonostante siano visibili i primi effetti delle misure restrittive, i numeri, più che scendere, sembrano stabilizzarsi su livelli piuttosto alti.
Il dato di ieri, infatti, pur essendo uno dei più elevati degli ultimi giorni, è in linea con la media della settimana di 600 casi al giorno. Torna a crescere, anche se in modo lieve, il numero dei ricoverati, che sono in tutto 748. Dieci i decessi.
ALTRI MORTI. Solo negli ultimi sette giorni le morti legate al coronavirus sono state 119. Salgono a 281 se si considera il periodo dal primo novembre a ieri. Nove decessi recenti riguardano persone di età compresa tra 70 e 92 anni: si tratta di una 70enne dell’Aquila, di un 73enne di Tagliacozzo, di un 74enne di Chieti, di una 80enne di Pescara, di un 80enne di San Benedetto dei Marsi, di una 89enne di Villa Celiera, di un uomo della stessa età di Pratola Peligna e di due donne di 92 anni, una di Arsita e l’altra di Civitella del Tronto. In serata si aggiunge un nuovo decesso, non ancora conteggiato nei dati ufficiali: un 60enne di Pratola Peligna, morto nel giorno del suo compleanno.
NUOVI CASI. I 623 nuovi casi sono emersi dall’analisi di 4.685 tamponi: è risultato positivo il 13,3% dei campioni analizzati. La percentuale, in crescita rispetto a quella di martedì (11,49%), è in linea con quelle dell’ultima settimana. Dei nuovi positivi, il più giovane è una bimba di due mesi della provincia di Teramo e il più anziano è un uomo di cento anni del Pescarese. I nuovi pazienti con meno di 19 anni, cioè in età scolare, sono 97: 25 in provincia di Pescara, 23 nel Chietino, 21 in provincia dell’Aquila e 18 in provincia di Teramo.
LE LOCALITÀ. Per il secondo giorno consecutivo, è Pescara la località con più nuovi casi: sono 75 i contagi accertati con i test delle ultime ore. Seguono Roseto degli Abruzzi (36), Teramo e Montesilvano (33).
All’Aquila i nuovi casi sono 25: i dati più recenti sembrano confermare come il virus abbia rallentato la sua corsa nel capoluogo di regione, che nelle ultime settimane aveva raggiunto picchi di oltre cento contagi emersi in un solo giorno. A Chieti i nuovi casi sono tredici. Analizzando i dati dal primo novembre a ieri, in testa c’è sempre L’Aquila, con 1.463 contagi emersi in 25 giorni. Poi ci sono Pescara, con 744 casi, Teramo (834), Montesilvano (455) e Chieti (364).
AREA METROPOLITANA. Nell’area metropolitana, considerando Pescara, Montesilvano, Spoltore e Città Sant’Angelo, i casi dal primo novembre a ieri sono oltre 1.400. La provincia di Pescara, considerata l’area più colpita del centro Sud Italia nella fase primaverile dell’emergenza, inizialmente stava reggendo bene alla seconda ondata, ma già da alcuni giorni gli esperti parlano di segnali di ripresa della circolazione del virus. E infatti il Pescarese ieri, per la prima volta nelle ultime settimane, è il territorio che ha fatto registrare il maggior incremento quotidiano: 197 i nuovi casi, che fanno salire il totale provinciale a 5.108. Seguono il Teramano (+151, 6.779), il Chietino (+124, 4.901) e L’Aquilano (+111). La provincia dell’Aquila, nonostante sia l’ultima per nuovi casi, resta la prima in Abruzzo per numero complessivo di contagi dall’inizio dell’emergenza, che salgono a 8.234. A questi dati si aggiungono 42 nuovi casi riguardanti pazienti per i quali sono in corso verifiche sulla provenienza.
OLTRE 17MILA MALATI. Gli attualmente positivi al virus superano ogni record e sfondano quota 17mila. All’inizio del mese erano 6.663, ora ne sono 10.399 in più: nel giro di 25 giorni il dato è quasi triplicato. Al netto dei nove decessi e delle ultime guarigioni (238), le persone al momento malate sono 376 in più ed arrivano complessivamente a 17.032. Del totale, 748 pazienti (+5 rispetto a martedì), sono in ospedale.
Il dato, dopo il lieve calo dei giorni scorsi, registra un seppur minimo incremento e si avvicina al record assoluto di 749 ricoveri di sabato scorso.
GLI OSPEDALI. In particolare, delle persone ricoverate in ospedale, 676 pazienti, cioè quattro in più rispetto a martedì, sono in terapia non intensiva e 72 (+1) sono in rianimazione. Al momento sui 169 posti di terapia intensiva disponibili – senza considerare i 29 presenti tra l’Ematologia di Pescara e le cliniche private convenzionate, pure a disposizione in caso di assoluta emergenza – è occupato il 42,6% delle unità, a fronte di una soglia di allarme pari al 30%. Tutti gli altri attualmente positivi, 16.284 persone, 371 più di martedì, sono in isolamento domiciliare.
ZONA ROSSA. I dati, nel complesso, mostrano i primi segnali di stabilizzazione o miglioramento, ma per vedere gli effetti concreti delle misure previste dalla zona rossa, entrata in vigore il 18 novembre, bisogna attendere ancora. Una cosa, però, è certa: se altre regioni, come la Lombardia, a breve potranno passare da area rossa ad arancione, per l’Abruzzo non ci saranno sconti. In base alle disposizioni governative la permanenza in una fascia deve andare avanti per 14 giorni e l’ordinanza di Marco Marsilio parla del 3 dicembre. Solo allora, in base all’evoluzione del quadro epidemiologico, si saprà se l’Abruzzo potrà retrocedere in area arancione o gialla.