Isabella Brancale ha 55 anni, sua madre Laura Lacetera 80, la nonna Angela Modesto invece compirà 99 anni il prossimo 19 marzo: tutte e tre hanno dovuto fare i conti con il Covid per oltre un mese nella stessa casa su due livelli a Santo Spirito; tutte e tre hanno lottato per lasciarsi alle spalle il virus indenni; tutte e tre hanno ricevuto l’esito dell’ultimo test nello stesso giorno.

“Mi hanno chiamata dall’Asl e l’operatore al telefono a un certo punto ha detto: ‘Bingo!’. Eravamo diventate negative. Era il 16 dicembre e mi ricordo bene quella telefonata dopo settimane durissime. Perché me la sono vista brutta”, dice Brancale. È lei, sempre presente nelle file della Sass, associazione di volontariato attiva nel settore della sicurezza stradale, a raccontare il lungo tunnel che hanno attraversato in quasi trenta giorni. E le sorprendenti condizioni di salute della nonna quasi centenaria: “Non ha mai avuto febbre, la saturazione era al 95-96 per cento, molto più alta di quella misurata su di me o mia madre, e non hai mai avuto difficoltà nel respirare”, ricorda Brancale. “Soltanto due cose mi hanno fatta preoccupare: l’incontinenza e – aggiunge – il fatto che a volte non ricordasse il mio nome, ma credo che a quell’età ci possa stare” (sorride).
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La prima a risultare positiva al virus è stata lei. Quando sono arrivati i primi sintomi – mal di gola e perdita della voce – era il 15 novembre. Isabella ha pensato a un banale raffreddore: “Anche perché non mi faccio prendere dal panico”, dirà. Poi però, assieme alla voce, vanno via pure il gusto e l’olfatto. Ed è così che il medico di famiglia, Ornella Paradiso, prenota il primo tampone. Isabella si mette in isolamento domiciliare dal 19. E l’esito del test è quasi scontato: positivo. Subito dopo lo diventano anche le due donne più anziane di casa. E cominciano i giorni più lunghi nella casa popolare di Santo Spirito.

“Perché io, da sola, ho dovuto badare a mia madre, che ha avuto una saturazione bassa, febbre alta e spesso sveniva, e a mia nonna, che mi ha sempre considerata il suo angelo custode”. Il legame che non si è mai spezzato è quello con la dottoressa Paradiso: “Mi ha chiamata in continuazione e ha avuto molta pazienza con noi, non finirò mai di ringraziarla”, annota Brancale.
Lei non si è mai fermata nell’assistere le due familiari. Ora la sua voce è tornata squillante. “Ma è stata durissima, anche perché da quando papà non c’è più sto dedicando la mia vita a loro due. Ormai gli operatori sanitati mi conoscono, mi chiamano la guerriera”, rimarca Brancale. I giorni passano e si avvicina l’appuntamento con il tampone di controllo a domicilio. Che però è negativo. Tocca attendere ancora, dunque. E incrociare le dita.
È andata così fino a quando al telefono l’assistente sanitario dell’Asl Bari le ha dato la notizia della sua negatività. “E mamma e nonna?”, chiede Brancale. “Un attimo che controllo”. “Bingo! Siete tutte negative”, è la risposta più attesa. Il Covid è un ricordo e quella telefonata un regalo di Natale in anticipo.