Nuovo blocco stradale a Napoli per protestare contro l’ordinanza firmata ieri dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che conferma fino al 23 dicembre le misure restrittive anti Covid proprie della zona arancione su tutto il territorio regionale.
Alcune decine tra commercianti e ristoratori hanno bloccato il traffico veicolare all’incrocio tra via Arcoleo e via Chiatamone e in vari punti del lungomare, dalle 10 del mattino alle 17 circa. I manifestanti hanno posto dei new jersey di plastica a mo’ di barriera, impedendo così il transito delle auto provenienti da via Chiatamone, strada obbligata per raggiungere piazza Vittoria con la chiusura della Galleria Vittoria per lavori.
Covid: ristoratori di Napoli protestano ancora, strada bloccata
I ristoratori napoletani non mollano. Oggi, dalle 10 fino alle 17 circa, hanno nuovamente bloccato la via di snodo che dal lungomare di Napoli porta verso pizza Vittoria. Un’arteria strategia per la circolazione nella parte bassa della città. Già ieri sera avevano provocato uno stop al traffico, posizionando anche barriere di plastica, in quella stessa zona dalle 18 alle 23 per protestare contro la decisione del presidente della Campania, Vincenzo De Luca, di lasciare la regione in zona arancione, mentre da oggi sarebbe stata in zona gialla con la possibilità da parte dei ristoratori di tornare a servire ai tavoli fino alle 18 e fino al 24 dicembre quando poi entreranno in vigore le misure nazionali. Ieri sera i ristorato ri avevano chiesto un in contro con il prefetto, Marco Valentini.
I ristoratori contestano il fatto che l’ordinanza regionale sia arrivata senza preavviso, quando si erano già preparati per la riapertura da oggi al 23 dicembre con il rientro della Campania in zona gialla. Già ieri pomeriggio una cinquantina di ristoratori avevano bloccato il traffico sul lungomare, all’altezza di piazza Vittoria, appena appresa la notizia della nuova ordinanza regionale.
Napoli, blocco stradale di ristoratori e commercianti sul Lungomare: “No alla zona arancione”
Ristoratori e commercianti hanno bloccato piazza Vittoria e il Lungomare, si ribellano alla decisione del presidente della Regione Vincenzo De Luca di mantenere la Campania in zona arancione. Speravano di tamponare le perdite nei giorni di zona gialla concessi dal governo. La protesta continua, anche se pacifica, e il gruppo di manifestanti si è infoltito. I manifestanti bloccano il traffico dei veicoli sia da piazza Vittoria verso via Riviera di Chiaia che da via Caracciolo verso piazza Vittoria. Sono per lo più ristoratori che avevano avviato la riapertura per i giorni segnati come gialli nel dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte e che ora si vedono costretti dall’ordinanza regionale al solo asporto e delivery, o alla chiusura perchè non effettuano consegne a domicilio. A loro si sono uniti anche molti commercianti che si ritengono comunque danneggiati dalle misure anticontagio imposte dal presidente vincenzo De Luca. Confesercenti Campania li appoggia totalmente, sottolineando come il “balletto” fra Esecutivo e Regione “nel giro di poche ore” abbia mandato “in tilt le migliaia di aziende legate al food della Campania, che sono circa 100mila”.
“Si è creato un caos totale – esordisce Vincenzo Schiavo, presidente regionale dell’associazione – una tempistica inaccettabile, che non tiene assolutamente conto delle esigenze e delle modalità commerciali dei ristoratori, dei proprietari dei bar e di tutti coloro che lavorano con il food. Dopo le decisioni di ieri sera del Governo Nazionale hanno già acquistato derrate alimentari alcune delle quali a consumo immediato (latticini, frutta, verdure); hanno gia’ fatto una corsa contro il tempo per sanificare i luoghi interni ed esterni; hanno già chiamato dipendenti a lavorare. In media, in sostanza, hanno speso tra i 2500 e i 5000 euro che andranno bruciati totalmente. Non è accettabile avvisare la sera per la mattina che avrebbero riaperto e poi solo alle 15 che invece avrebbero richiuso”. La richiesta è che “Governo e Regione immediatamente risarciscano gli imprenditori sia per il mancato incasso che rimborsandoli per queste ulteriori spese gettate al vento”. La decisione del ‘governatore’ è “inopportuna e discriminatoria, un altro colpo mortale a un’economia già in grave difficolta'” anche per Confapi Napoli, dice il presidente Raffaele Marrone. “Una decisione peraltro presa, come sempre, in solitudine e senza alcuna considerazione per le difficolta’ di migliaia di piccole e medie imprese che guardavano, con speranza, alla possibilità di riaprire, anche solo tre giorni, per recuperare gli enormi danni provocati da chiusure e crollo delle vendite. Ci appelliamo al prefetto di Napoli e al governo”, aggiunge.
La Regione Campania ha convocato una riunione con i rappresentanti delle Camere di Commercio, ma si è conclusa con un sostanziale nulla di fatto la riunione tra la Regione Campania ed i rappresentanti di ristoratori e titolari di pubblici esercizi di Napoli, al secondo giorno del blocco stradale di protesta .
In videoconferenza, la Regione, – rappresentata dall’assessore al commercio Antonio Marchiello e dal capo di gabinetto del presidente De Luca, Maurizio Borgo – ha escluso la possibilità di rivedere l’ ordinanza del 19 dicembre, che lascia in zona arancione la Campania. Non si è andati oltre una generica disponibilità a “venire incontro con i ristori” ai rappresentanti di Fipe-Concommercio, Aicast e Confesercenti.
“Non so domani che cosa potrà succedere – ha detto ai giornalisti Antonino Della Notte, dell’ Associazione industria, commercio e servizi (Aicast), finora ci siamo sforzati di mediare con la base, ma la nostra dignità è stata messa sotto i piedi”.
I ristoratori hanno sospeso il blocco stradale che tagliava in due la città nel primo pomeriggio, ma domani la protesta potrebbe riprendere. Questa volta in piazza non si sono visti estremisti ed infiltrati, come nella notte di guerriglia del 23 ottobre nella zona di Santa Lucia, ma la rabbia della categoria, provata da un mese di chiusura, è esplosa per la decisione, arrivata solo nel pomeriggio di sabato, del presidente della Regione De Luca, di confermare la zona arancione.
“Dovevamo aprire stamattina, abbiamo fatto la spesa, poi ci hanno detto alle 16, che non si apre più…” sintetizza uno dei manifestanti. Poco prima delle 13 il blocco stradale è stato esteso alla Riviera di Chiaia, parallela del lungomare con cassonetti della nettezza urbana trascinati al centro della carreggiata e jersey di plastica per ostruire la circolazione. Le ripercussioni sul traffico sono state pesanti. Poi è a arrivata la proposta del Governatore De Luca: rimborsi per gli approvvigionamenti già fatti e convocazione. “Perchè loro lavorano e noi no ?”, ha gridato una giovane ristoratrice.
A lavorare ancora invece i locali di Capri che si è autodichiarata zona gialla fino al 23 dicembre. Sono entrate, infatti, in vigore oggi le ordinanze comunali di Capri ed Anacapri, con le quali l’isola azzurra recependo le disposizioni nazionali si è “organizzata” come località in zona giallo, e quindi in controtendenza rispetto all’arancione voluto per la Regione Campania dal Governatore Vincenzo De Luca. E come previsto dai dispositivi comunali, dunque, da questa mattina alle 5 ristoranti, bar, pub e pasticcerie del territorio isolano avevano diritto di restare aperti sino alle ore 18, permettendo inoltre la consumazione al tavolo per un massimo di quattro clienti, salvo che siano conviventi. Del caso si è interessato il Prefetto di Napoli come spiegato dal vicesindaco di Anacapri Franco Cerrotta che ha firmato l’ordinanza comunale che ha raccontato che il Prefetto ha telefonato chiedendo di soprassedere rispetto all’ordinanza comunale
“Siamo vicini – scrive il presidente della giunta campana Vincenzo De Luca – e daremo tutto l’aiuto possibile agli operatori la cui attività viene bloccata. Ma è doveroso mantenere una linea di rigore e di responsabilità. Sarebbe inaccettabile che per il rilassamento di pochi giorni si perdesse tutto il lavoro fatto per contenere l’epidemia. Sarebbe assurdo riprendere le attività per poche ore per poi doverle sospendere per mesi interi a fronte di un riesplodere del contagio. Aiuto doveroso per chi ha bisogno ma comportamenti responsabili da parte di tutti. Chiederemo a ogni nostro concittadino di aiutarci per salvaguardare un futuro di lavoro stabile e definitivo”.