È il Vax-day. Le prime 505 dosi del vaccino anti-Covid, atterrate a Bari con un volo della Marina militare alle 22 del giorno di Santo Stefano e subito custodite all’interno dell’aeroporto militare, arrivano al Policlinico alle 8. La colonna della scorta assegnata ai carabinieri risale lungo viale Ennio. Nei padiglioni del Policlinico l’attività degli operatori sanitari, dei tecnici delle Asl e di tutta la task force regionale è febbrile.
La prima a mettere le mani sulla scatola refrigerata volata a Bari dall’aeroporto di Pratica di Mare è la responsabile della farmacia ospedaliera del Policlinico, Maria Dell’Aera. Sulla confezione si legge la scritta ‘Puglia’ con un pennarello blu, la stessa che ha attirato l’attenzione dei fotografi sulla pista di Palese. Dell’Aera apre la confezione: tocca a lei suddividere la primissima tranche delle fiale Pfizer-BioNTech consegnate alla regione. Di quelle, 105 dosi restano nell’area metropolitana di Bari e il resto va alle Asl delle altre cinque province pugliesi: ogni contenitore termico contiene 80 fiale a una temperatura che va dai 2 agli 8 gradi.
Trenta dosi rimangono all’interno del più grande ospedale pugliese, dove in attesa, pronte a ricevere l’iniezione, ci sono tre operatori sanitari. Sono tutte donne: Lucilla Crudele, la specializzanda in servizio al pronto soccorso, Anna Ventrella, infermiera dello stesso reparto, e la rianimatrice Lidia Dalfino, figlia di Enrico, sindaco di Bari negli anni Novanta. Sul fronte dell’Asl Bari, all’ospedale Di Venere nel quartiere Carbonara, altre 30 dosi sono pronte per essere somministrate sul personale delle Usca, del 118 e degli ambulatori Covid. L’infermiere Fabio Specchia, che ha eseguito oltre quattromila tamponi da inizio emergenza, e Ilaria Notaristefano, medico Usca, sono i primi operatori sanitari dell’Asl a ricevere il vaccino. “Spero che questa giornata sia l’inizio di un percorso a gran passo”, sono state le prime parole della dottoressa Dalfino dopo la vaccinazione. “Tutto dipenderà da ciò che faranno gli altri: più alta sarà l’adesione, più tranquilli saremo noi”:
Dall’altro capo della città, nella Rsa Villa Giovanna sul litorale di San Girolamo, c’è Maria Caldarulo: è ospite di una delle residenze per anziani più martoriate dal virus e con i suoi 94 anni è anche tra le persone più avanti con l’età a offrire il proprio braccio per l’iniezione del vaccino arrivato dal Belgio. Più a nord, nella provincia Bat, il primo appuntamento con le fiale Pfizer è alle nove in viale Trentino 79 ad Andria, dove ha sede il dipartimento di Prevenzione dell’Asl Bt. Lì arrivano le 80 dosi riservate ai dieci comuni della provincia e nella lista degli operatori pronti all’iniezione ci sono tre medici: il direttore dello stesso dipartimento di Prevenzione, Riccardo Matera; Stefania Menolascina, in forza al Sisp, il Servizio igiene e sanità pubblica, e Danny Sivo, che è il coordinatore dei medici di lavoro nonché componente della task force anti-Covid della Regione.ubito dopo è la volta degli altri dieci operatori in servizio negli Uffici igiene del territorio.
Altre 15 fiale vengono trasportate all’ospedale Vittorio Emanuele II di Bisceglie, che fin dalla prima ondata dell’epidemia è stato individuato come Covid hospital per tutta la Bat. Nell’elenco ci sono altre 20 dosi – secondo la bozza del piano messo nero su bianco dall’Asl – ovvero quelle destinate agli operatori del 118 e ai medici di famiglia. Cinque filale della prima tranche di vaccini sono per i medici delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, le altre per i vaccinatori. Da Foggia a Lecce decine di medici, infermieri, ospiti e operatori delle Rsa attendono il proprio turno. A dare l’esempio, fra gli operatori sanitari, ci sono il presidente dell’Ordine dei medici di Foggia, Alfonso Mazza, e il successore designato, Pierluigi De Paolis. A Brindisi c’è Donato Monopoli, segretario della Fimmg Puglia (la Federazione italiana medici di medicina generale) e a Lecce anche il direttore generale della Asl, Rodolfo Rollo.
La macchina della vaccinazione di massa comincia a muoversi, dunque. Il 27 dicembre è una data simbolo per tutta l’Europa: “Oggi è una bella giornata, è sicuramente una nuova primavera per l’umanità”, commenta il presidente dei medici italiani, Filippo Anelli. Da gennaio si farà sul serio, quando arriveranno le altre dosi della prima tranche da 95mila riservate alla Puglia.