Tra i primi a immunizzarsi, ora sono tra i più esposti: ma restano esclusi dai richiami
Nella corsa contro il tempo per somministrare la terza dose del vaccino anti-Covid alla popolazione e arginare così l’impennata dei casi degli ultimi giorni, un’intera categoria è stata lasciata indietro, finita in un “buco normativo”.
Si tratta del personale scolastico, che in Abruzzo conta 34mila lavoratori tra docenti, amministrativi e tecnici e ausiliari, di cui 26mila solo nelle scuole dall’infanzia alle superiori. In questa categoria poco meno di 32mila persone – cioè il 94% del totale – hanno partecipato alla campagna di vaccinazione e sono immunizzate, avendo ricevuto il siero nei primi mesi del 2021. Per gran parte di loro, quindi, sono già passati sei mesi dalla seconda dose e quindi mediamente la quantità dei loro anticorpi è scesa al punto da rendersi necessaria la dose aggiuntiva. Ma se per i fragili, gli operatori sanitari e gli ospiti nelle Rsa e da qualche giorno per gli over 60 la campagna per la terza dose è già partita, per loro non c’è ancora il via libera. Questo, nonostante lavorino in posti dove il virus corre forte: al momento sono infatti giovanissimi, in particolare gli under 12 che non hanno potuto ricevere il vaccino, a contagiarsi di più. E quindi quelli che più possono contagiare altri. Per questo i sindacati stanno lanciando appelli accorati alle istituzioni regionali e nazionali.
una CATEGORIA ESPOSTA
«Il personale scolastico è una fascia fortemente a rischio, bisogna intervenire urgentemente per somministrare la terza dose entro la fine dell’anno», così Davide Desiati, segretario regionale Cisl Scuola, «gli insegnanti hanno ricevuto Astrazeneca, quindi la copertura è già di per sé inferiore, poi sono passati sei mesi dal picco di seconde dosi tra marzo e aprile, quindi la protezione sta scemando. Il problema è soprattutto di chi lavora nelle scuole dell’infanzia, nelle elementari e nelle prime classi delle scuole medie, visto che gli under 12 non hanno ricevuto il vaccino. Tanti sono anche i ragazzi con handicap che non hanno potuto ricevere il siero. Il personale a stretto contatto con loro e con gli alunni delle materne è il più esposto in assoluto, perché lavora con ragazzi senza mascherina e con scarso distanziamento. Quella degli insegnanti inoltre è una categoria che per la stragrande maggioranza – con percentuali oltre l’80% – ha tra 45 e 65 anni e quindi più a rischio. Siamo davanti a un controsenso: il personale scolastico è stato vaccinato per primo quando c’era la didattica a distanza, ma adesso che le lezioni sono in presenza non può ancora ricevere la terza dose».
Desiati segnala anche il caso di chi, tra gli insegnanti, pur facendo parte delle categorie che possono ricevere la terza dose in quanto fragili oppure over 60, non riescono a prenotare il richiamo aggiuntivo sulla piattaforma regionale.
E L’IMPENNATA FA PAURA
«I dati sul contagio sono preoccupanti e questo è un motivo in più per avviare al più presto la somministrazione della terza dose al personale scolastico, che è estremamente esposto», aggiunge il segretario regionale della Fp Cgil Giuseppe La Fratta, che già nei giorni scorsi, in occasione di un convegno proprio su questo tema, aveva rilanciato il tema di una cabina di regia nazionale e l’importanza di «insistere per mantenere una corsia preferenziale nella campagna di vaccinazione per il personale della scuola», chiedendo anche screening sulla popolazione scolastica, nuovo personale e investimenti. «Non c’è stato ancora modo di avviare un’interlocuzione con la Regione, ma questa va fatta partire subito», dice la segretaria provinciale di Pescara della Uil Scuola Fabiola Ortolano, secondo cui «bisogna anche fugare ogni dubbio al personale scolastico sulla tipologia di vaccino, visto che nelle prime due dosi gli è stato somministrato Astrazeneca che ora non è più possibile somministrare».
Manca l’ok del governo
«Stiamo attendendo una nota ufficiale della struttura commissariale che ci autorizzi a cominciare la somministrazione delle terze dosi al personale scolastico: noi siamo attenti e pronti a partire subito», dice il responsabile della campagna di vaccinazione in Abruzzo Maurizio Brucchi, smentendo anche problemi nella prenotazione da parte degli insegnanti appartenenti alle fasce che già possono ricevere la terza dose, «ho letto le dichiarazioni di Pierluigi Sileri, ma non c’è ancora niente che sia nero su bianco».
Il riferimento di Brucchi è alla dichiarazione rilasciata proprio ieri dal sottosegretario del ministero della Sanità in favore di una «corsia preferenziale per la terza dose anche a docenti e personale scolastico, rispettando i sei mesi di distanza dalla seconda, perché anche loro lavorano in ambienti a rischio, lavorando a contatto con i giovani sotto i 12 anni che non sono immunizzati, mentre gli under 20 assorbono il 23%».
Per questo Sileri ha anche auspicato l’apertura alla vaccinazione per gli under 12, perché «oltre a prendere il virus, lo portano a casa». Del resto nei giorni scorsi era stato anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a lanciare un appello in tal senso: «Ho insistito molto su questo, credo che sia necessario che gli insegnanti in via prioritaria possano avere la terza dose». E già si parla di alcune fughe in avanti delle Regioni, a partire dalla Campania e dal Lazio.
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