“Perché ci abbiamo messo tempo? Perché non volevamo solo firmare delle carte. Abbiamo voluto prima preparare il lavoro: abbiamo voluto confrontarci non solo con gli enti locali, ma con i tavoli del Terzo settore, e ringrazio Andrea Morniroli e Marco Rossi-Doria che al tavolo nazionale ci hanno aiutato a capire come ripartire i fondi. E abbiamo scelto di partire da Napoli, che sarà il nostro prototipo”. Da un piccolo palco all’aperto, stagliato sull’azzurro dell’isolotto di Nisida, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, insieme con la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ed il prefetto Palomba, lancia il Patto educativo con il vescovo don Mimmo Battaglia, col sindaco Manfredi, l’assessore regionale Fortini e con il Forum del Terzo Settore e i rappresentanti dell’impresa sociale “Con i Bambini”.

“Ecco perché questa non è solo una firma: ma il via a un processo collettivo, serio, importante”. Un miliardo e mezzo previsto dal Pnrr contro i divari nelle scuole, a livello nazionale. Di questi 500 milioni, 79 vanno alla Campania.

Ma il Patto in particolare prevede 41 milioni di euro per 217 scuole nell’area metropolitana di Napoli. La ministra Lamorgese spiega: “Tenevo a essere qui, anche se può sorprendere che una responsabile dell’Interno sia coinvolta sul terreno dell’educazione. Oggi è un momento di speranza – sottolinea Lamorgese – Qui c’è una dispersione preoccupante e alcuni territori escono profondamente deprivati dai due anni di pandemia. E devo ringraziare il vescovo per aver lanciato un grido d’allarme”.

E Bianchi, ancora : “Sono stato stamane prima a San Giovanni a Teduccio, nella Fondazione Famiglia di Maria. Poi nella sede di Dedalus, simbolo dell’associazionismo sociale competente, quelle che Rossi-Doria e Morniroli chiamano comunità educanti. Perché Napoli ha una straordinaria storia di sperimentazione nella scuola, ma la dobbiamo raccontare di più. Perché quella, alla fine, ci riporta al senso vero della scuola”.
Per il vertice della Curia napoletana, don Mimmo Battaglia, quella di oggi è “una bella giornata non solo sill’Isola di Nisida ma per la città resiliente che non si arrende al male. Oggi si coniuga il ‘noi’, un processo di comunità al servizio dei più fragili, per questo ringrazio il governo nelle persone dei Ministri Lamorgese e Bianchi, il prefetto, il sindaco, l’assessore Fortini , il centro Giustizia minorile. Educare è una priorità, non una possibilità”.
Sottolinea poi Battaglia: “Questa è un’occasione per custodire un’infanzia rubata. Il Patto educativo che oggi muove i primi passi deve quindi coinvolgere l’intera città mettendo insieme esperienze ruoli linguaggi differenti”, per instaurare “un sistema alternativo alle logiche di morte e di disperazione della camorra”.
Ammonisce poi l’arcivescovo: il Patto però “non può essere questione di fondi” , di “economia”, “troppo spesso ci chiediamo come si spendono i soldi, ma ci dimentichiamo per chi vanno spesi”, abbandonando quindi “tentazioni di narcisismo o di competizione”.
Il prefetto Palomba ne riprende subito dopo i temi: “A Napoli i tempi sono maturi : basta con il noi , basta contrapposizioni – dice il rappresentante di governo – . C’è tanto associazionismo eccezionale, ci sono tante intelligenze e competenze : basta piangere, dobbiamo metterci a costruire, e consolidare il noi”.
“Noi dobbiamo essere in grado di intervenire sulla dispersione scolastica” ha detto il sindaco Gaetano Manfredi, servono strutture “perché in alcuni Comuni abbiamo un solo asilo nido”. E “bisogna fare in modo che si possa avere il tempo pieno ai livelli della media nazionale”.