L’ente alle prese con la riduzione delle uscite con un occhio sempre sui servizi Il sindaco Borrelli: dobbiamo evitare un aumento della pressione fiscale locale
ATESSA. Bilancio del Comune 2021, quali sono state le entrate, quali le spese? Cosa riserva il futuro? Di seguito una sintesi di come sono state gestite le risorse comunali nello scorso anno. Le spese correnti, quelle per il funzionamento dell’ente, sono state pari a 9.900.000 euro tra le quali: personale 1.826.585 euro; nettezza urbana 1.665.902; pubblica illuminazione, 541.690; utenze 950mila; sport 32.000; eventi culturali 87.000; manutenzioni 914.000; quota capitale mutui 525mila; interessi mutui 571mila;servizi sociali 1.233.000; refezione scolastica 200mila; istruzione 321mila.
A fronte delle spese totali che il Comune ha sostenuto, devono corrispondere pari entrate, provenienti da più fonti, in modo da fornire la giusta copertura finanziaria al bilancio comunale, che dovrebbe risultare sempre in pareggio. Nella prima voce di entrata c’è l’Imu per 2.750.000 euro, accertata nel corso del 2021. L’Imu che incassa il comune deriva da: beni immobili quali fabbricati ad uso abitativo, terreni edificabili e in minima parte da fabbricati ad uso produttivo. Gli immobili ad uso produttivo, principalmente ubicati nella zona industriale, generano un’imposta complessiva di circa 4.360.000. Di questi soltanto 960.000 euro entrano nelle casse comunali. Gli altri circa 3.400.000 euro (53%) entrano, invece, direttamente nelle casse dello Stato (per Imu versata per fabbricati ad uso produttivo). Tra le altre entrate: Tari, 1.750.000 euro; Irpef 700.000; recupero evasione 600mila; extraurbane 1.650.000; fondo di solidarietà comunale 1.500.000.
Cosa riserva il futuro? «Nei prossimi mesi», spiega in una nota l’amministrazione comunale guidata dal riconfermato sindaco Giulio Borrelli che si è riservato la delega al bilancio, «dovremo misurarci con le numerose crisi in atto: energetica; guerra; pandemia; inflazione; e quindi con l’aumento di pressoché tutti i costi per materie prime ed energia. L’aumento esponenziale dei costi non preoccupa solo le famiglie e le aziende, ma anche tutti i comuni, tanto che l’allarme è stato lanciato anche dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani). A fronte di questi aumenti non sono, al momento, sufficienti gli interventi messi in campo dal governo. Dobbiamo evitare, per quanto possibile, che questi incrementi si traducano in aumento della pressione fiscale locale. Come Comune», conclude la nota, «ci siamo già messi al lavoro per affrontare il problema, cercando di individuare e avanzare proposte concrete per ridurre i costi energetici del nostro che ci permettano di affrontare in modo deciso questa situazione di criticità».
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