La presidente di FdI: sì alla terza corsia sull’A14 e sicurezza su A24-A25 Un’altra urgenza è la velocizzazione della ferrovia Pescara-Roma
Sente di avere in mano una vittoria pronosticata da mesi, ma sa che l’insidia è dietro l’angolo. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, si sente cittadina abruzzese e la sua candidatura all’uninominale L’Aquila-Teramo è una scelta precisa, mirata. Nel capoluogo abruzzese ha fatto partire il suo progetto politico, qui vorrebbe sublimare il suo percorso con una vittoria nazionale che significherebbe presidenza del Consiglio, prima donna in assoluto nella storia d’Italia. La leader di FdI, però, non vuole commettere errori e così, a pochi passi dal traguardo, evita di affrontare temi scivolosi come il rapporto con Orban, la legge 194 sull’aborto e il caso Marche legato al maltempo e agli allarmi mancati della Regione a guida FdI su cui indaga la Procura.
Presidente Meloni, lei è considerata la grande favorita alle elezioni del 25 settembre. Se il centrodestra dovesse ottenere la maggioranza potrebbe essere la prima volta per lei ma anche per una donna a palazzo Chigi. Quali sono le sfide prioritarie da affrontare e con quale impronta politica?
La priorità assoluta è mettere al riparo famiglie e imprese dal caro energia. La misura più efficace è fissare un tetto europeo al prezzo del gas, che sta salendo per la speculazione. Altro intervento concreto è il disaccoppiamento tra il prezzo dell’energia prodotta con il gas e il prezzo dell’energia prodotta con altre fonti. E se questo non lo fa l’Europa si può intervenire immediatamente a livello nazionale. Già lo hanno fatto Spagna e Portogallo e si può fare in Italia. Avrebbe un costo di 3-4 miliardi e non ci sarebbe bisogno di un ulteriore scostamento di bilancio.
E sul tema del lavoro?
L’urgenza è tagliare le tasse sul lavoro e sostenere le imprese che assumono e creano maggiore occupazione. Serve un taglio strutturale del cuneo fiscale e contributivo per mettere più soldi in tasca ai lavoratori e dare fiato alle imprese e introdurre progressivamente un modello di tassazione basato sul principio “più assumi meno tasse paghi. Nell’immediato si può introdurre una super deduzione al 120% del maggior costo del lavoro per i nuovi assunti per le aziende che incrementano l’occupazione rispetto agli anni precedenti. Tra le nostre proposte c’è anche l’estensione della tassa piatta fino a 100 mila euro per autonomi e partite Iva e zero tasse per i primi tre anni per i giovani under 30 che decidono di mettersi in proprio.
Al primo punto del vostro programma c’è la questione demografica.
Il sostegno alla famiglia e alla natalità deve essere al centro dell’azione di governo, perché se non torniamo a fare figli l’Italia è destinata a scomparire. Vogliamo mettere in campo un piano imponente e sono tante le cose da fare: progressiva introduzione del quoziente familiare, aumento dell’assegno unico e universale, riduzione dell’aliquota Iva sui prodotti per la prima infanzia, incentivi alle aziende che assumono neomamme, sostegno ai Comuni per aiutarli ad assicurare asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura di negozi e uffici, maggiori risorse al Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa per le giovani coppie di lavoratori precari. Vogliamo poi che le famiglie con disabili possano contare su sostegni concreti, anche aumentando la quota deducibile dalle tasse per le spese sostenute dalle famiglie per l’impiego di badanti per persone non autosufficienti.
Lei ha scelto L’Aquila come collegio uninominale in cui candidarsi. Una città che negli ultimi 13 anni è salita alla ribalta delle cronache per il terremoto e per una rinascita troppo lenta. Ci spiega le ragioni personali di tale scelta? E quelle politiche visto che L’Abruzzo è alle prese con una crisi economica legata alla mancanza di infrastrutture degne di questo nome? Come intende muoversi un eventuale governo Meloni su queste priorità che sono ritenute imprescindibili per un rilancio del sistema produttivo abruzzese?
Ho un rapporto speciale con l’Abruzzo. Oltre ad essere una terra che amo profondamente per la sua storia, le sue tradizioni, le sue bellezze e tipicità è una regione in cui Fratelli d’Italia ha avviato un percorso di cambiamento, un esempio di buon governo, che ci auguriamo di esportare e far conoscere anche a livello nazionale dopo il 25 settembre. Qui FdI ha espresso il suo primo sindaco di capoluogo di regione in Italia e il suo primo presidente di Regione e i risultati della loro azione di governo sono sotto gli occhi di tutti. Ho scelto di candidarmi in questo collegio, raccogliendo l’appello della classe dirigente di FdI, anche per una questione programmatica, perché vogliamo rimettere al centro alcuni temi: il potenziamento e la velocizzazione delle infrastrutture, i collegamenti tra costa adriatica e tirrenica, il completamento dei processi di ricostruzione dei terremoti 2009 e 2016-2017, lo sviluppo delle aree interne e di quelle costiere. Servono collegamenti rapidi e veloci. Penso, in particolare, alla velocizzazione della tratta ferroviaria Roma-Pescara e allo studio di fattibilità per la realizzazione di un’altra tratta, L’Aquila-Tagliacozzo, fondamentale per connettere le aree più interne. E poi lo sviluppo dell’aeroporto d’Abruzzo, che grazie all’impegno del presidente Marsilio ha ottenuto l’autorizzazione dall’Enac per l’allungamento della pista d’atterraggio, e l’attenzione per la terza corsia dell’A/14 e agli investimenti per la messa in sicurezza dell’A/24-A/25. Ecco, c’è tanto lavoro da fare e siamo pronti a portarlo avanti con forza e determinazione.
Sulla sanità in Abruzzo, con lunghe liste di attesa, sulla gestione dei Parchi nazionali e regionali, sull’esigenza di un potenziamento del marketing territoriale per un rilancio della regione anche dal punto di vista turistico, quale ruolo potranno avere i parlamentari eletti nelle liste di Fratelli d’Italia?
L’obiettivo è quello di costruire una filiera diretta tra Parlamento, Regione Abruzzo e Comuni per un’azione di governo e amministrativa in grado di rispondere alle popolazioni e di proiettare il territorio verso uno sviluppo economico e produttivo, nonché una crescita complessiva che veda le giovani generazioni protagoniste con le loro aspirazioni, con i loro progetti professionali e di vita. Sulla sanità, siamo orgogliosi del lavoro portato avanti dall’amministrazione regionale che ha permesso di tenere, nonostante i due anni di pandemia e la scarsa vicinanza del governo nazionale, i conti in ordine. E certamente il rilancio del turismo e l’attenzione nei confronti dello straordinario patrimonio naturalistico e ambientale dell’Abruzzo sarà al centro dell’impegno di FdI nella prossima legislatura.
Nella conferenza stampa finale il premier Mario Draghi sottolinea la necessità di non modificare il Pnrr, che per usare le stesse parole del presidente del Consiglio “funziona, va avanti, le risorse sono state quasi tutte bandite”. Lei ha sempre detto che invece è necessario modificarlo. Se è sempre della stessa opinione, in che modo intende agire?
Il Pnrr rappresenta una grande occasione per l’Italia ma va sfruttata a pieno, e non va sprecata. Parliamo di 191 miliardi, di cui 69 a fondo perduto e gli altri 122 a prestito. Un peso che rischia di gravare soprattutto sui nostri figli, che potrebbero pagare il prezzo di eventuali scelte sbagliate. Per questo serve innanzi tutto velocizzare l’attuazione degli interventi già previsti e fare un tagliando mirato a quelli ancora da avviare, che devono essere adeguati ai nuovi costi delle materie e dell’energia e orientati soprattutto alla risposta alla crisi e all’approvvigionamento energetico.
In che modo intendete farlo?
L’art. 21 del Regolamento sul Next Generation Ue, il quale prevede che in presenza di “circostanze oggettive lo Stato membro interessato può presentare alla Commissione una richiesta motivata affinché presenti una proposta intesa a modificare o sostituire le decisioni di esecuzione del Consiglio”, consente esplicitamente questa procedura. Se il 25 settembre gli italiani ci daranno la loro fiducia e il mandato per governare la Nazione, vogliamo aprire un dialogo costruttivo con la Commissione europea e verificare insieme i margini di intervento, per creare le condizioni affinché le risorse del Pnrr non vadano sprecate e favoriscano concretamente la crescita, l’innovazione e lo sviluppo dell’Italia.
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