Una giovane resta vittima delle angherie di un’intera famiglia: minacce, calci, pugni e tirate di capelli Così sono riusciti a costringerla a consegnare 150 euro che aveva ricevuto in regalo dai propri genitori
GUARDIAGRELE. L’hanno minacciata, picchiata, caricata in auto e, infine, accoltellata per 150 euro. Una ragazza di 25 anni, a Guardiagrele, è rimasta vittima delle angherie di un’intera famiglia: il compagno e i suoceri rischiano ora di finire sotto processo con le accuse di concorso in estorsione e lesioni personali pluriaggravate. Il procuratore della Repubblica di Chieti Lucia Anna Campo ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto prodromico alla richiesta di rinvio a giudizio. Secondo l’accusa, i tre hanno architettato l’aggressione costringendo la donna a consegnare loro il denaro a lei donato dai propri genitori «per provvedere alle necessità dei tre figli minorenni». A occuparsi delle indagini sono stati i carabinieri della stazione di Guardiagrele.
LE ACCUSE
L’episodio risale allo scorso 31 gennaio. Il primo ad aggredirla è stato il compagno di 28 anni. Il giovane è accusato di averla schiaffeggiata, presa a pugni sulla schiena, afferrata per il collo e sollevata, facendole battere la testa sullo stipite della porta. A quel punto sono entrati in scena i genitori del compagno, lui di 53 anni e lei di 46. I suoceri, infatti, hanno invitato il figlio a «buttarla da qualche parte», consegnandogli le chiavi della loro auto.
IL VIAGGIO IN AUTO
Il 28enne ha quindi caricato la compagna in macchina, continuando a picchiarla durante il tragitto. Solo dopo un po’, si è convinto a riportarla a casa. Ma i tre indagati non si sono accontentati neppure della consegna del denaro. Dopo aver ricevuto i soldi, infatti, hanno ferito la ragazza, come è precisato sul capo di imputazione: la suocera le ha sferrato un calcio sul fianco sinistro e il compagno l’ha afferrata dalla nuca, mentre il suocero le ha tirato i capelli e schiaffeggiata, colpendola infine con un coltello sotto la scapola. Fin qui, le accuse contestate dalla procura a padre, madre e figlio, già in passato finiti nei guai per motivi giudiziari.
LA DIFESA
Gli indagati, difesi dall’avvocato Massimo Solari, hanno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti o chiedere di essere interrogati. Poi la procura deciderà se sollecitare il rinvio a giudizio.
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