crimini-per-l-impresa-e-contro-l-impresa
Dal punto di vista giuridico, l’azienda rappresenta un insieme di beni, mentre l’impresa è l’attività economica svolta dall’imprenditore. L’impresa può essere, attraverso il proprio capitale umano, indirettamente coinvolta in atti illeciti di varia gravità che possono avere conseguenze in ambito civile, penale o amministrativo a seconda delle azioni intraprese.
Le azioni illecite possono danneggiare sia beni pubblici, come la salute o l’ambiente, sia interessi economici e patrimoniali, o influenzare la concorrenza, violando normative specifiche e impattando persino il funzionamento della pubblica amministrazione e delle democrazie contemporanee, come nel caso di gravi crisi finanziarie o corruzione endemica.
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La prevenzione è fondamentale per contrastare queste derive. Monitorare l’impresa, le sue attività, la partecipazione ad appalti pubblici, e le interconnessioni europee, spesso attraverso l’utilizzo di banche dati specifiche, è essenziale. I controlli sono effettuati da vari enti statali, inclusi la magistratura, forze dell’ordine specializzate, Agenzia delle Entrate, e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, tra gli altri.
Chi sono gli autori dei reati economici? Generalmente appartengono alla categoria della “criminalità dei colletti bianchi”, persone di alto status sociale che abusano della fiducia loro conferita per commettere crimini all’interno di un’attività economica legittima, spesso con l’obiettivo di aumentare i profitti aziendali.
Il confine tra le azioni legali e quelle illecite è tracciato dalle normative vigenti in un determinato contesto. La teoria economica della criminalità, proposta da Gary Becker, suggerisce che i criminali sono esseri razionali che violano le norme quando i benefici percepiti superano i rischi di essere scoperti e puniti.
Il rafforzamento delle probabilità di rilevamento e punizione, insieme a migliori opportunità legali, educazione e altre misure preventive, può ridurre il crimine economico. La deterrenza, attraverso sanzioni efficaci e proporzionate, sia penali che non, rimane un principio chiave nel contrasto alla criminalità aziendale e occupazionale, come stabilito anche nel contesto internazionale dalla Conferenza di Palermo.